Perché si dice che non bisogna guardare al passato?
Può riportarci a bei ricordi e alla radice di certi nostri gusti e passioni. A momenti che, chiudendo gli occhi e vedendoceli passare davanti, ci fanno capire perché abbiamo cominciato a fare qualcosa e perciò ci fanno ritrovare le motivazioni più profonde delle nostre azioni e dell'attaccamento di fondo che abbiamo verso certe attività. In alcuni momenti della vita è importante farlo, capire cosa ci spinge e ci traina.
Insomma, ricordare può essere piacevole e farci ritrovare qualcosa che credevamo perduto o affievolito nel tempo.
Come sapete, in questi ultimi cinque anni ho parlato spesso di altri artisti, autori, persone che mi hanno ispirato, di libri, film e concerti e viaggi che ho amato e a cui devo molto. L'ho fatto e lo faccio tuttora perché per me è importante capire come qualcosa entra nella mia vita tramite l'ispirazione. Mi piace dare spazio ad altri di raccontarsi perché amo molto leggere ed ascoltare e credo che la condivisione sia in grado di creare un valore aggiunto a ciò che faccio e che mi trovo ad affrontare. Ogni racconto, ogni intervista, ogni spunto è per me un dono prezioso che mi viene fatto e spero sempre lo sia anche per chi legge il blog.
Visto che di solito parlo di altre persone, stavolta ho deciso di raccontare in questo post, per chi non lo sa, come è nato questo blog e cosa succederà poi.
So che in molti studiano come sviluppare e promuovere qualcosa di proprio: nel caso di Roba da Disegnatori, le cose sono andate un po' diversamente e niente era stato studiato, anzi...Era un caldo tardo pomeriggio di giugno 2010 e un amico mi aveva appena avvertita, all'ultimo, che non ci saremmo visti in centro.
Io ero già vestita, con largo anticipo e avevo indossato le scarpe, perciò una sensazione di impazienza mi aveva pervasa in pochi istanti.
Tutto era pronto per un giro in fumetteria, magari un gelato e un giro a quello che è il mio parco preferito a Milano e non vedevo l'ora.
Cosa sarebbe stato di quel pomeriggio?Ormai, mi ero messa nell'ordine di idee che avrei fatto tutte quelle cose. Raramente mi annoio, ma quel pomeriggio per riflesso al bidone ricevuto, non sapevo proprio cosa fare.
Mi sono tolta di dosso la borsa a tracolla di seta grezza scaraventandola sul divano, ma per pura essenza di pigrizia ho tenuto indosso le All Star perché slacciare le stringhe mi sembrava un fardello troppo pesante da affrontare in quel momento.
Sapete di cosa parlo, se siete degli indolenti cronici come me.
Insomma, mentre scartavo un ghiacciolo al limone di pessima qualità ho avviato il PC; abbastanza decisa a trasformare un pomeriggio di svago in un momento lavorativo ho guardato la casella email e ho scoperto che, puntuali come la morte e le tasse, erano arrivate delle modifiche da un cliente particolarmente esigente. Facevo l'illustratrice da pochissimo e non ero abituata a gestire emotivamente le richieste seccanti e spesso formulate male di una committenza a volte poco educata a rapportarsi con dei disegnatori. In più, e lo dico senza troppo crucciarmi, avevo cinque anni di esperienza meno di ora e molte piccole astuzie e raffinatezze sul rapportarsi con la clientela andavano ancora scoperte da parte mia.
Molte cose mi stupivano e non sapevo come affrontarle, mi sembravano enormi.Non senza lamentarmi ad alta voce e disturbando il mio cane a più riprese (pace all'anima sua, era una bestiola di una pazienza ultraterrena) ho corretto tutte e quattro le tavole in questione, le ho inviate e in qualche ora si erano quintuplicati sia i livelli dei file di Photoshop sia quelli della mia irritazione.
Così, mi ricordo ancora bene, mi sono stiracchiata sulla sedia, ho sbadigliato rumorosamente e sono stata assalita da una temibile ondata di noia.
Stare con le mani in mano era fuori questione; così, ho pensato, perché non assecondare quell'insofferenza?Piuttosto che tenerla lì, avrei scritto nero su bianco le cose che nell'anno da disegnatrice freelancer mi erano piaciute e piaciute meno e così le avrei condivise e liberate.
In quel periodo erano molto in voga pagine Facebook che iniziavano con "Roba da...". Istintivamente chiamai la mia pagina "Roba da Disegnatori". Di getto ho scritto croci e delizie dell'essere disegnatore, e dopo averne scritte in quantità notevole avevo scoperto di sentirmi molto meglio.
Era stato uno sfogo probabilmente necessario, soprattutto per come avevo trattato quelle croci e quelle delizie: con ironia. L'ironia è uno strumento potentissimo. Era tanta la mia sorpresa nel vedere che dopo qualche ora, in molti avevano condiviso e commentato divertiti le frasi-immagine che avevo postato di getto.
In quel periodo (sembra passato un secolo!) molte cose erano diverse, nel mio modo di vivere il disegno. Tra queste vi era il fatto che
non conoscevo molti disegnatori non avendo frequentato per lunghi periodi delle scuole specializzate; e la persona con cui stavo allora non nutriva il minimo interesse per le Arti Visive e per l'Arte nella sua espressione più generica.
Quindi, e solo ora riconosco quanto mi pesasse, per me era impossibile parlare della mia passione più grande e del mio lavoro con qualcuno che sapeva di cosa stessi cianciando.
Quel pomeriggio provavo per la prima volta un senso di reciprocità e condivisione. Era un trovarsi ed un riconoscersi e se ci ripenso ancora sorrido di sollievo.Quel riconoscersi e ritrovarsi mi è proprio piaciuto tanto, ne volevo di più. Oltre alle immagini-sfogo avevo quindi iniziato a postare video, corti, illustrazioni e fumetti che amavo e che non riuscivo a contenere per l'entusiasmo che mi davano, era contagioso.
Per me era come un dialogo aperto, bello.
In poco tempo i contenuti della pagina erano diventati molto numerosi, e la timeline di Facebook era così come oggi molto confusionaria. Così ho deciso di rendere più stabile la consultazione di questi contenuti e ho pensato che la forma di un blog sarebbe stata perfetta.
Non c'era sforzo nel tenerlo; di blog ne avevo iniziati e abbandonati di più, nessuno riuscivo a seguirlo con la giusta costanza.
Solo qualche tempo più tardi ho iniziato a scrivere di sensazioni personali, della mia vita sotto diversi aspetti, delle mie esperienze, dei miei esercizi, delle mie prove, e del mio mestiere che per me costituisce tutt'oggi un'emozionante avventura, così come per tanti altri illustratori, fumettisti e coloristi. E freelancer in generale!
Roba da Disegnatori è un blog nato con le scarpe, e soprattutto è qualcosa che penso sia cresciuto un po' per conto suo, come una pianta selvatica. Certe volte percepisco che non ha bisogno di me per esistere, perché è come un'entità a sè stante. Una cosa stranissima, non saprei come altro spiegarlo (ma non è nulla di metafisico o sovrannaturale, ci tengo a precisarlo! :D )
In parte non l'ho mai sentito "mio" perché non l'ho fatto per me stessa ma per condividere quello che trovo e che mi ispira e che può ispirare altre persone. E mi piace che sia così. Senza secondi fini.In parte però è mio e solo recentemente ho imparato che non c'è nulla di male: anche io sono cresciuta con lui e quindi è, anche, il mio blog.
Solo nel momento in cui qualcuno ha suggerito il fatto che potesse non essere più il mio blog ma che era diventato qualcosa d'altro ho capito quanto ci tenevo.
Sono soddisfatta perché questi 5 anni di blog sono stati basati sulla più grande sincerità: non ho mai scritto per compiacere, mai scritto qualcosa che non avrei voluto scrivere personalmente o non sentivo mio e mi auguro di riuscire sempre a farlo perché come lettrice di libri, testate ed altri blog è una caratteristica a cui faccio molto caso: l'autenticità.
Del resto, un regalo è tale solo se sincero.
Riempire post di punti esclamativi per trasmettere una forzata allegria per esempio, è qualcosa lontanissimo dal mio modo di essere e di concepire la comunicazione.
Su questo blog ci sono ironia, gioia, festeggiamenti, iniziative, illustrazione, fumetto, interviste, ma ci sono anche inerzia, scoraggiamento, momenti di stop, di depressione, di smarrimento. Su questo blog ci ho messo cinque anni della mia vita, cinque anni di intensa e faticosa crescita (che rimane tale anche ora, naturalmente!) come disegnatrice e come persona, e mai come ora sono contenta che qualcuno mi abbia tirato buca all'ultimo momento. :)
Grazie a questo blog ho conosciuto persone straordinarie e non esagero ad utilizzare questo termine: ho conosciuto colleghi, allievi, qualche mio mito personale (di questo dovrò raccontarvi prima o poi) e soprattutto molti di quelli che ora sono miei carissimi amici e persone che stimo follemente.
E a proposito del blog, approfitto di questo post per fare chiarezza su una questione per me fondamentale: in questo ultimo mese si è creata un po' di confusione sulle sue sorti.Più di una persona mi ha chiesto come mai avevo lasciato Roba da Disegnatori. Ma io non l'ho lasciato: proprio il contrario, è come se fossi tornata da un viaggio molto istruttivo.
Né il blog né la pagina stanno subendo una chiusura o una trasformazione. Restano come sono sempre stati, un luogo di condivisone e di materiale per chi mi legge e sono sempre io ad occuparmene in prima persona, salvo interviste e materiale in collaborazione con contributors che specifico di volta in volta.
Anzi, senza anticipare troppo posso dire che in tal senso le cose stanno molto crescendo e non vedo l'ora di mostrarvi il duro lavoro di questa intensa primavera, che si protrarrà poi fino al prossimo gennaio... giuro che non posso dire di più o mi strozzano! :)
Mentre i miei ex soci al direttivo hanno preso un'altra direzione con l'associazione,
Roba da Disegnatori ha ripreso a fiorire nella forma che ho sempre voluto che avesse e che mi fa stare molto bene con me stessa.Questi primi mesi del 2015 sono stati faticosi ma mi hanno insegnato tanto, di me, della scrittura, del blog e soprattutto del valore che dò a queste cose.
So di avere scritto poco in queste settimane e il perché era proprio questa fatica che però sono felice di avere superato anche grazie al supporto di persone preziose che sono onorata di avere nella mia vita e che spero sempre di essere in grado di meritarmi.
E ora bando alle ciance... E' in arrivo un post molto succoso per giovani autori. A domani!
Morena