Chiudete gli occhi e pensate ad una statua classica.
Fatto? Probabilmente avete visualizzato qualcosa che si può tradurre in due parole: marmo bianco.
Eppure, con mia grandissima meraviglia, ho appena letto un articolo che parla di come l’archeologo tedesco Vinzenz Brinkmann abbia sottoposto molte statue greche ad un trattamento molto particolare di raggi ultravioletti, arrivando alla conclusione che in origine, fossero colorate e riccamente decorate. I colori impiegati per la loro decorazione, infatti, sono sbiaditi col passare del tempo per via delle spietate ed inevitabili condizioni atmosferiche.
Ecco un video del processo, messo a disposizione da Getty Museum:
Questo ridefinisce la nostra intera iconografia in merito alle statue classiche. Del resto, è questo ad affascinarmi più di tutto quando si tratta di Storia con la S maiuscola. Si riscrive e rifiorisce di continuo, insegnandoci che a volte il nostro archivio mentale di immagini e convinzioni non è così affidabile o quantomeno aggiornato. Ci ricorda continuamente che non dobbiamo dare nulla per scontato.
In seguito a questa scoperta, sono state realizzate delle copie di alcune fra le più famose statue classiche, ridipinte poi seguendo il gusto compositivo e cromatico dell’Antica Grecia. A sostegno del progetto è stata allestita questa mostra al museo Liebieghaus di Francoforte, che purtroppo ha già chiuso da tempo.
Ecco alcune delle statue ricolorate, non sono meravigliose? Forse perdono un po’ quell’alone etereo che siamo abituati ad attribuire loro, ma acquistano vita ed energia.
Della ricostruzione e della procedura di ricolorazione si sono occupati Olaf Herzog, Ulrike Koch-Brinkmann, Sylvia Kellner, Joseph Kottl.Non posso fare a meno di pensare agli artisti che le hanno lavorate probabilmente per settimane anche in seguito alla loro scultura, con una dedizione totale ed un'impagabile attenzione al dettaglio. Come hanno fatto nei primi anni del Duemila gli studiosi guidati da Brinkmann, ripercorrendone l'opera.